Va in scena, fino al 21 febbraio, la nuova commedia brillante, prodotta da Fabio Censi, "Alcazar" al Teatro Manzoni di Roma con Gianfranco D'Angelo, Patrizia Pellegrino e Michele Gammino.
Alcazar: un teatro di varietà e di terzo ordine. Ma anche, in spagnolo, la fortezza, che diventa un rifugio antiaereo, nella Roma del '43/44, che una scalcinata compagnia di varietà, fra un bombardamento e l'altro, è costretta a preparare il nuovo spettacolo. Due ballerine, non più di primo pelo e in perenne conflitto, l'improvvisato impresario e sua figlia, colpita dalla sfortuna nel corpo e nell'animo, un ballerino, di incerta inclinazione sessuale, un operaio, inventato ballerino per l'occasione, e l'Attore, con la "A" maiuscola, affamato ma ricco di charme. La fame, la crudeltà e l'orrore della guerra si consumano quotidianamente alla luce del sole: gli Americani sono sbarcati ad Anzio ormai e i bombardamenti sono sempre più fitti.
La crudeltà dei Tedeschi cresce esponenzialmente all'avvicinarsi dell'epilogo. Ma in quel luogo non c'è posto per la morte. Per il gruppo di disperati, stare lì in quel rifugio a provare incerti passi di ballo o monologhi comici che non fanno ridere nessuno, o ragionare su come procurarsi, alla borsa nera, la cipria per il trucco, significa esorcizzare il concetto stesso di fine. Le gelosie, le invidie, ma anche la tenerezza e l'amore sono amplificati dalla claustrofobia del luogo, dando luogo a momenti di irrefrenabile comicità e struggente commozione.